Grazie ad un eccellente reportage di evento sismico di 120 anni che colpì la città di Firenze, possiamo riflettere su cosa accade quando una pericolosità sismica media, come quella dell’area fiorentina, si combina con un alto valore di beni esposti come Firenze, una città di medie dimensioni con uno straordinario patrimonio edilizio, monumentale e artistico di valore inestimabile.
La scossa, accompagnata da un fortissimo boato simile a un’esplosione, in città causò la caduta generale di oggetti e suppellettili nelle case, fece suonare le campane di alcune chiese e provocò il crollo di camini e porzioni di tetti, la caduta di tegole e calcinacci nelle vie, tanto che si alzò una densa nuvola di polvere.
[…] a un tratto un rombo cupo, poderoso, qualche cosa di rassomigliabile alla scarica di moschetteria di un mezzo reggimento, si fece sentire, e una scossa violenta, improvvisa, formidabile fece balzare uomini e cose, scosse oggetti e persone […] I più uscirono dai pubblici locali, caffè e trattorie […], dalle case […] dai teatri […] e in un momento Firenze fu piena di folla che si riversava per le vie
Alle 20:55 (ora locale) del 18 maggio 1895 una forte scossa di terremoto aveva colpito quasi tutta la provincia di Firenze, causando danni diffusi, in alcune zone anche gravi. Era un sabato sera e la cittadinanza fu sorpresa dalla scossa mentre si trovava nei caffè, nelle taverne e osterie, nei teatri, o mentre era a casa ancora seduta a tavola per la cena. L’impressione fu enorme: i fiorentini a memoria d’uomo non ricordavano un terremoto così forte.

In Piazza della Signoria Palazzo Vecchio durante la scossa fu visto oscillare “come un pendolo”, ma rimase illeso. Nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il celebre duomo di Firenze, si aprirono numerose crepe nelle volte e una catena che univa gli archi laterali della navata centrale si spezzò; dalla Cupola del Brunelleschi caddero intonaci e stuccature e la croce posta sulla cuspide della lanterna si piegò verso nord. Il celebre campanile di Giotto e il vicino Battistero subirono alcune lesioni ma non riportarono danni strutturali. Fra le chiese maggiormente danneggiate ci furono quella della Badia Fiorentina, San Gervasio, San Lorenzo, San Leonardo in Arcetri e altre ancora, fra cui quella di Santa Maria del Carmine; gli affreschi del Masaccio nella Cappella Brancacci, invece, non furono danneggiati. Il complesso di Santa Croce fu danneggiato soprattutto nell’area dell’ex-convento, mentre la chiesa riportò danni lievi. Danni prevalentemente leggeri subirono anche le chiese di Santa Maria Novella, San Miniato al Monte e Santo Spirito (SGA, 2007). Numerosi danni interessarono l’edilizia residenziale e privata della città, con lesioni diffuse e cadute di soffitti. Uno stabile crollò in Via Pier Capponi. Complessivamente circa 100 edifici risultarono inagibili. A Firenze non vi furono vittime e si contarono solo 6 feriti non gravi (Cioppi, 1995).

Molto peggio andò invece a diverse località nella zona posta immediatamente a sud di Firenze: i danni più gravi, infatti, furono registrati nell’area collinare estesa tra Sant’Andrea in Percussina, l’Impruneta, Grassina e Bagno a Ripoli, a ridosso dei rilievi del Chianti. NellaCertosa del Galluzzo crollò l’intero lato nord-occidentale del Chiostro Grande, distruggendo sedici preziose opere Robbiane che ornavano gli archi del porticato. Nell’abitato del Galluzzo, inoltre, crollarono alcuni edifici e diverse persone rimasero senza casa. Crolli e gravi danni si ebbero anche a Tavarnuzze, Impruneta, Sant’Andrea in Percussina, Croce a Varliano, Osteria Nuova, Pozzolatico e ai Falciani.
![Le rovine di una casa colonica a Lappeggi [foto da Cioppi, 1995].](https://ingvterremoti.files.wordpress.com/2014/05/colonica_lappeggi.jpg?w=500&h=372)
La zona dove si concentrarono i danni maggiori fu quella di Grassina, popolosa frazione del comune di Bagno a Ripoli. In località Lappeggi, sede di una Villa Medicea (anch’essa gravemente danneggiata), una ventina di case coloniche subirono crolli e danni talmente gravi da risultare inagibili; tre di queste crollarono completamente e fra le loro macerie morirono tre persone. Un’altra fattoria crollò nei pressi di San Martino a Strada, uccidendo una donna che vi abitava. Molto danneggiate furono le chiese e le ville storiche. Ci furono danni ingenti alle Ville Medicee di Lappeggi e dell’Ugolino e alla villa Demidoff di San Casciano Val di Pesa. Fra le chiese più colpite quelle di San Martino a Strada, Sant’Andrea in Percussina, Sant’Andrea a Morgiano, il Santuario dell’Impruneta e la chiesa dei SS. Stefano e Caterina aPozzolatico, il cui campanile dovette essere demolito perché pericolante (fu poi ricostruito nella sua forma medievale). Ancora oggi all’interno della chiesa di Pozzolatico è visibile una lapide in ricordo del terremoto del 1895, posta sotto l’altare della cappella votiva dedicata alla Madonna di Loreto. Crolli e dissesti non risparmiarono neppure il versante opposto delle colline fiorentine, a nord della città. Lesioni e danni interessarono chiese e ville storiche di tutta la collina fiesolana, da Settignano alla villa-castello di Poggio Gherardo (in cui crollò parzialmente la torre) a San Domenico fino alla Badia Fiesolana, seriamente danneggiata.Fiesole e le ville circostanti invece ebbero solo danni lievi.
Consigliamo fortemente la lettura del testo integrale su : http://ingvterremoti.wordpress.com/2014/05/16/speciale-i-terremoti-nella-storia-18-maggio-1895-il-grande-terremoto-di-firenze/
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