Vari articoli sono stati pubblicati dal Corriere di Siena sulle centrali a biogas di Buonconvento.
La Presidente della Federazione Regionale dei Dottori Agronomi e Forestali dott.ssa Monica Coletta scrive (articoli dell’8 e del 15 agosto) che non si debbono avere pregiudizi sulle centrali, le quali possono migliorare il reddito delle aziende agricole, e propone l’utilizzo di colture come mais, sorgo, grano, orzo e triticale, con richiesta giornaliera di circa 45 tonnellate di materiale vegetale per ogni impianto; aggiunge tuttavia che è necessaria “una attività di valutazione di sostenibilità degli interventi”. Invece il Capogruppo di Centrosinistra di Buonconvento Roberto Vivarelli (articolo del 10 agosto) scrive di nutrire “ragionevoli dubbi sugli impianti”, che sono tre, con fabbisogno di biomassa giornaliera di 120-135 tonnellate, impossibile da reperire in un raggio di 30-35 Km, affermando che si tratta di “impianti non di filiera corta ma di tipo industriale”.
Le centrali a biogas funzionano col principio della fermentazione anaerobica (col criterio della antica concimaia), producendo metano che poi viene bruciato per fornire energia localmente, a piccoli agglomerati abitativi. Per essere veramente sostenibili, gli impianti dovrebbero utilizzare soltanto gli scarti delle attività agrocolturali e boschive, da reperire nel territorio limitrofo.
Ma quando si progettano ben tre centrali di un megawatt ciascuna, come nel caso di Buonconvento, con un fabbisogno di 120-135 tonnellate al giorno di biomassa, ecco che non bastano più gli scarti agro-forestali, i soli che producono energia veramente rinnovabile; occorrono invece colture dedicate alla produzione energetica, da seminare in aree fresche e umide di pianura. Ma in questo modo viene sottratto all’agricoltura terreno destinato alla produzione di cibo: eppure, già da molti anni l’Italia è costretta a importare cereali. Il Ministro dell’Agricoltura Mario Catania ha dichiarato sul Corriere della Seradel 17.08.2012 (supplemento SETTE/33): “Ci abbiamo messo del tempo a capire che cosa di positivo c’è nell’avere una certa agricoltura, con un certo paesaggio, con una certa qualità dei prodotti della terra e dell’ambiente….Tutto questo va difeso…Abbiamo perduto la nostra autosufficienza alimentare. Se per assurdo si chiudessero le frontiere non avremmo di che sfamare un quarto della popolazione…non produciamo nemmeno abbastanza olio di oliva per i consumi interni. E pagheremo sempre di più….”
Noi rileviamo a questo proposito che nel comune e nella provincia di Siena vengono sistematicamente distrutti gli oliveti per le motivazioni più diverse: dalla costruzione di nuove residenze, a quella di centri commerciali, di parcheggi e di strade talvolta inutili.
E’ di questi giorni la notizia, trasmessa sui media, che negli USA, a causa della siccità, è diminuita drasticamente la produzione di colture alimentari, che non risulta più sufficiente al fabbisogno della popolazione: così ci si è accorti che si è utilizzata troppa parte del territorio per le colture dedicate all’energia.
In Italia, la sottrazione di terreno fertile per l’energia si aggiunge a quella dovuta alla edificazione selvaggia .
Un’ altra considerazione: se gli agricoltori preferiscono coltivare cereali per la produzione di biogas anziché per uso alimentare, vuol dire che i finanziamenti pubblici per le energie rinnovabili (i Certificati Verdi, che pagano l’energia prodotta a prezzi tre volte superiori a quelli di mercato) sono più convenienti dei contributi dati dalla PAC (Politica Agricola Comune) per le colture ad uso alimentare; il grano viene venduto a prezzi assai bassi, che spesso non permettono neanche di ammortizzare le spese.
Ultima considerazione: le biomasse hanno una bassissima resa energetica: “per coprire il 10% dei consumi energetici italiani, servirebbe una superficie agricola tre volte superiore a quella attualmente arabile nel nostro paese” , ha scritto il Prof. Gianni Tamino, docente di biologia all’Università di Padova, sulla rivista Gaia n.47 del 2011).
Siena, 19 agosto 2012
Italia Nostra Sezione di Siena
Laura Comi
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