
La grande abbuffata dei combustibili fossili sta spezzando la rete bio-fisica del pianeta. Incide, nel nostro futuro, più in profondità del coronavirus. Il microscopico agente patogeno e l’impalpabile Co2 ci spalancano gli occhi sul mondo fragile, interconnesso e globalizzato. È il boomerang degli ecosistemi distrutti con cui stiamo facendo i conti oggi. Reportage di Igor Staglianò, inviato speciale del Tg1, sui ghiacciai del Monte Bianco con la febbre alta, sul mare in casa nel Tigullio devastato dalla tempesta Vaia, sui fiumi in gabbia nel Friuli e in Calabria, sui boschi in fiamme dalle Alpi al Vesuvio. Le indagini del georadar sul ghiacciaio che incombe sulla Val Ferret in Valle d’Aosta. Le campagne venete e pugliesi invase dagli insetti alieni. Le spettacolari riprese coi droni sul Tagliamento, l’ultimo fiume naturale d’Europa.
Capitolo 1) “Il boomerang degli ecosistemi distrutti (Prologo)”
Capitolo 2) “La febbre del ghiacciaio”
Capitolo 3) “Col mare in casa”
Capitolo 4) “Il fiume in gabbia”
Capitolo 5) “Siamo alla frutta”
Capitolo 6) “Ce la faremo (conclusioni)”
Capitolo 1) “Il boomerang degli ecosistemi distrutti (Prologo)”
L’epidemia del coronavirus ha percorso il globo intero in poche settimane. Allo stesso modo, la crisi climatica genera a catena correnti troppo impetuose per navigarle con le mappe del giorno per giorno. L’anidride carbonica accumulata in atmosfera ci consente di riscrivere oggi il destino della terra con le nostre stesse mani. Le denunce di Greta Thunberg nei summit internazionali, le analisi del climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, le riflessioni dell’accademico e portavoce dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile Enrico Giovannini.
Capitolo 2 “La febbre del ghiacciaio”
Sulle Alpi la temperatura è aumentata di due gradi centigradi negli ultimi decenni, mezzo grado in più rispetto all’aumento medio registrato sull’intero pianeta. I ghiacciai del Monte Bianco si sono ridotti del 60% nell’ultimo secolo e a Plampincieux, in Val d’Aosta,una massa enorme di ghiaccio incombe sulle case della Val Ferret a causa del riscaldamento globale. Ventisei anni prima di Greta Thunberg era stata un’altra sedicenne, Severn Cullis-Suzuki, a denunciare a Rio de Janeiro nel 1992 i rischi dei mutamenti climatici.
Capitolo 3) “Col mare in casa”
Le riprese esclusive dalla nave “Alliance” della Marina militare italiana, impegnata fra i ghiacci dell’Artico, e nel Cmre, l’unico centro di ricerca marina al mondo della Nato. Le onde alte cinque metri nel porto di Rapallo e il devastante passaggio dalle coste liguri della tempesta che distrusse quindici milioni alberi sulle Dolomiti col vento a duecento chilometri all’ora. I fenomeni atmosferici estremi preoccupano anche i Fondi d’investimento istituzionale, considerati i veri padroni del clima globale
Capitolo 4 “Il fiume in gabbia”
Considerato l’ultimo fiume naturale d’Europa, il Tagliamento è anche il corso d’acqua più studiato del continente per l’enorme letto ancora intatto per quasi tutti i suoi 170 chilometri di lunghezza. Al confine tra il Fiuli e il Veneto le sue acque sono state, però, ingabbiate mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini di Latisana. Un quadro critico ancor più grave lungo le dodici fiumare che attraversano la città di Reggio Calabria e hanno già provocato lutti e distruzioni.
Capitolo 5 “Siamo alla frutta”
Nella Bassa Veronese, cuore della frutticoltura veneta, è allarme rosso generalizzato. Senza antagonisti naturali in grado di contrastarla, la cimice cinese ha fatto già 100 milioni di euro di danni l’autunno scorso nel solo Veneto. All’estremo tacco d’Italia, attorno a Santa Maria di Leuca, è un patogeno da quarantena ad attaccare gli utili pugliesi. Nel solo Salento, la Xylella fastidiosa ha già devastato almeno sei milioni di alberi e 85 mila ettari di uliveti, a causa dei mutamenti climatici e della perdita di biodiversità.
Capitolo 6) “Ce la faremo (conclusioni)”
Milioni di ragazzi di “Friday for future” manifestano ai quattro angoli della Terra e hanno impugnato la scienza come bandiera. Per preservare la presenza dell’uomo sul nostro piccolo pianeta blu, sempre più caldo e affollato. La nuova Commissione europea ha avviato il “Green New Deal” del nostro continente. Un programma comparabile, per portata economica, alla conquista dello spazio nel secolo scorso. I fili spezzati degli ecosistemi ci presentano il conto, ma abbiamo ancora un decennio per farcela. Se non perdiamo altro tempo.
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